Breakfast Club è sicuramente tra i miei film preferiti degli anni 80, un po’ perché mi ricorda la mia adolescenza, un po’ per l’incredibile colonna sonora capeggiata da Don’t You (Forget About Me) dei Simple Minds presente nei titoli di testa del film.
Ora questo cult movie degli anni 80 arriva, finalmente, in streaming su Netflix.
Diretto da John Hughes nel 1985, Breakfast Club è considerato il padre di tutti i teen drama, dai film alle serie tv, ancora tanto in voga anche oggi.
La trama
La sceneggiatura di Breakfast Club è decisamente semplice, ma altrettanto intrigante. Cinque studenti del liceo vengono messi in punizione e si trovano costretti a passare tutto il giorno insieme, in biblioteca. Dopo le inevitabili punzecchiature iniziali, con ciascuno che rimane chiuso nel suo mondo, attraverso le recriminazioni, i litigi e i dibattiti, i ragazzi iniziano lentamente a interagire.
Il preside assegna loro il tema: “Chi sono io“. I cinque ragazzi sono uguali nelle differenze: ognuno di loro, in fondo, ha un problema di qualche tipo in famiglia e ognuno si apre e racconta il motivo per il quale si trova lì.
Il cast
Emilio Estevez, Molly Ringwald (la rossa di tanti film eighties), Ally Sheedy , Judd Nelson e Anthony Michael Hall formano il giovane cast che recita con una particolare alchimia. Un gruppo di attori allora in stato di grazia, soprannominato “brat pack”(“banda di monelli”) e destinato a diventare famoso.
Andy (Emilio Estevez), lo sportivo, deve essere un fuoriclasse nel football a tutti i costi per non deludere il padre; Brian (Anthony Michael Hall) è pressato dai genitori che pretendono sempre ottimi voti. Il padre di John (Judd Nelson) è un violento, mentre i genitori di Allison (Ally Sheedy) non la considerano per niente.
E Claire (Molly Ringwald), la bella e perfetta reginetta del ballo di fine anno, si fa forte di una sensualità che in realtà non possiede ma che è solo frutto del ruolo che deve ricoprire.
Il film fu girato in sequenza, e la parte in cui i ragazzi seduti in cerchio si liberano raccontando le loro storie, non era scritta in sceneggiatura: Hughes ha lasciato gli attori liberi di improvvisare.
Breakfast Club si discosta dalle commedie degli anni 80 tutte giocate sulla volgarità o sui sentimenti, e prova a fare qualcosa in più, creando una storia vera nella quale i giovani possono facilmente ritrovarsi.
Per la prima volta si provava a parlare con un po’ di profondità in più dei problemi e delle paure dei ragazzi di quell’età, grazie al magico tocco di John Hughes che era avvezzo a questo stile come dimostra l’altra sua pellicola “Una pazza giornata di vacanza“, in cui il regista riesce a parlare dei problemi di un personaggio con il padre violento.
Tutto quello che è venuto dopo con i teen drama è anche grazie al lavoro fatto da John Hughes.
“Caro sig. Vernon, accettiamo di restare chiusi a scuola, sacrificando il nostro sabato, qualunque sia stato l’errore che abbiamo commesso. Quello che abbiamo fatto era sicuramente sbagliato, ma pensiamo che lei sia proprio pazzo a farci scrivere un tema nel quale dobbiamo dirle cosa pensiamo di essere. Che cosa gliene importa? Tanto lei ci vede come vuole. Usando il linguaggio più semplice e la definizione più comoda, lei ci vede come: un cervello, un atleta, un’handicappata, una principessa e un criminale. Credo che lei sarà felicissimo di tutto questo. Distinti saluti, il Breakfast Club.”
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